Il futuro sintetico italiano (es.: canterò)
è raro sotto la linea Viterbo, Perugia Ancona, ossia in quasi tutto il Centro
Sud oltre le isole, Corsica compresa. Qui si ha una perifrasi deobbligativa che
in latino prevedeva le seguenti formule: dēbĕo
+ infinito come in: devo fare oppure
anche: hăbĕo ad, o de,
+ infinito, diffusa anche in veneto e nel toscano popolare, come in: “io ho a
morire per l’alegrezza” (Machiavelli, Mandragola,
4,2). A dispetto del toscano e, quindi, dell’italiano,
questo è il tipo di futuro più diffuso in Italia, ma dall’Abruzzo alla Terra di
Bari.
Questo tipo di futuro, quindi, si attua anche nel dialetto
di Foggia, non senza una leggera modifica, che esaminerò in un brano connesso
ad una curiosa tradizione testimoniata dalle mie inchieste per il Dizionario ragionato del dialetto di Foggia,
il cui primo volume è dedicato ai terrazzani. L’ùteme pìzzë a dda èssë a rècchjë. ‘L’ultimo pezzo (il più grande che ti / gli rimarrà)
sarà l’orecchio’, gridavano, specie le terrazzani, a mo’ di minaccia, in caso
di lite, con la più truce variante: L’ùteme
mùzzëkë a dda èssë a rècchjë. 'L'ultimo morso etc...', per la pratica di mordere
l’avversario, giungendo anche a strappare un orecchio o solo un pezzo. A parte:
le terrazzane erano anche abilissime nell’uso del coltello!
A dda èssë
(< habet de ab esse) ‘ha da
essere’, insomma, per dire: ‘sarà’. Un sintagma che esprime dovere,
obbligatorietà (futuro deontico) come nel proverbio esaminato, ma che può anche
esprimere una opinione di chi parla (futuro epistèmico), es.: A dda èssë pàtëtë ‘sarà
tuo padre’; quest’ultimo tipo di futuro può essere anche espresso
sinteticamente, come in italiano: sa(r)rà
ppàtëtë ‘sarà (venuto) tuo padre’, una espressione che caratterizzata
dallo shandi (cioè la fonetica sintattica) per cui si raddoppia la consonante
iniziale di: pàtëtë,
e dall’enclisi del pronome possessivo che viene posposto al nome pàtë-të
‘padre-tuo’. Il parlante sente a dda (e seguenti) come una sola parola.
Vediamone uno schema:
Futuro deontico ed epistemico nel dialetto di
Foggia e nell’italiano
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Dialetto
(catacresi)
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latino
|
Italiano
(perifrastica)
|
latino
|
agghj’a èssë
|
< hăbĕo ad esse
|
sarò
|
< esse hăbĕo
|
è èssë
|
< hăbes ad
esse
|
sarai
|
< esse hăbes
|
a dda èssë
|
< hăbet de ab esse
|
sarà
|
< esse hăbet
|
amm’a èssë
|
< hăbēmus ad esse
|
saremo
|
< esse hăbēmus
|
avit’a èssë,
|
< hăbētis ad esse
|
sarete
|
< esse hăbētis
|
ann’a èssë
|
< hăbent ad esse
|
saranno
|
< esse hăbent
|
Ed ancora: il
presente pro
futuro si ha in: u
fazzë dumänë ‘lo farò domani’, che esprime una decisione con effetto immediato, o nelle
attenuazioni, ma si usa in una con il sintetico, anche per esprimere forme
dubitative e concessive, es.: è
pûrë bbrävë, ma... / sarrà pürë bbrävë, ma... Forme
pragmatiche si riscontrano nei seguenti esempi: ke tt’agghj’a dîcë anche
esclamativo per: ‘ti dirò, non so che dirti!’, kapìsc(i)’a mmè!
‘capirai! cerca di capirmi!’.
Insomma: non si può dire che Foggia
non abbia… un bel futuro!
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