Le testimonianze negative sulla città raccolte da Antonio Ventura in:
- Fuggi da Foggia. La città vista dagli altri nel Settecento e nell’Ottocento.
(http://www.bibliotecaprovinciale.foggia.it/capitanata/1987/1987pdf_parte2/1987_pII_165-177_Ventu ra.pdf)
del tutto decontestualizzate non consentono un confronto con la situazione europea ed italiana. Un blasone popolare basato sul nome della città connesso a fuggire, consente al Ventura di impiantare un quadro fosco. Nel periodo di riferimento, gli “slums” inglesi erano noti per la promiscuità e le precarie condizioni igienico-sanitarie: solo per intossicazione da materiali di costruzione vi moriva il 50% degli abitanti. Masse disperate ed eticamente degradate vivevano a Londra in condizioni spaventose aggravate dall’uso dell’alcool e del laudano che non risparmiava nemmeno i bambini, sporchi ed emaciati, mentre le prostitute fra i 13/14 anni nel 1837 erano circa 14.000, su 1.850.000 abitanti. A Parigi la situazione degli umili non era migliore.
Nel Mezzogiorno, invece, la condizioni di vita erano molto meno pesanti che al Nord; la mortalità e la mortalità infantile infierivano più in: Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna che in Puglia e a Foggia.
Dalle stesse statistiche pubblicate dal Ventura, sulla mortatlità per il 1842, si evince, ad esempio, che quella infantile nel primo anno di vita era del 290‰, sicché il Ventura conclude: “Di fronte ad una situazione tanto poco allegra, anzi funerea, più che logica, quindi, la conclusione: “Fuggi da Foggia!” e tutti, in verità, scappavano via, senza farselo ripetere, un po’ per la sporcizia e per i vari disagi, come si è visto, ma soprattutto per paura di rimetterci la pelle.”.
Contestualizzando invece il dato, come nel grafico qui sotto, si noterà che a Foggia la situazione era piuttosto rosea rispetto ad altri luoghi, anzi ottimale se confrontata a quella della provincia di Padova, dove a Casalsurego o Pernumia, la mortalità raggiungeva, nel primo anno di vita, il 420‰!
Spiace che, con questi sistemi e per difetto di metodo, si corra il rischio di falsare, a danno della città e dei suoi concittadini la reltà storica.